Muschio Selvaggio, il podcast anticonvenzionale capitanato da Fedez, Luis e Martin Sal, giunge al 63esimo episodio e diventa il palcoscenico di un racconto meraviglioso fatto da una delle personalità più interessanti del panorama fashion contemporaneo: Alessandro Michele.
Il direttore artistico della maison Gucci, si è raccontato, in una delle sue poche interviste italiane, al pubblico giovane, curioso e affamato di Muschio Selvaggio, instaurando un dialogo simbolo della sua eclettica personalità. Le passioni, l’amore per la storia, i miti e i piedi ben puntati nel presente sono diventati il mezzo di espressione di colui che si è definito una volpe che corre nel prato, un uomo che con la giusta dose di inconsapevolezza ed estrema libertà ha segnato indubbiamente un’epoca. La moda non viene mai raccontata direttamente da Alessandro Michele come ci si aspetterebbe, non si parla di tessuti, forme o colori ma piuttosto di ispirazione e di cultura, in un viaggio bellissimo che parte dalle sue origini trascorse tra un campo da basket e le campagne romane, e da ciò che più lo contraddistingue: la creatività. Michele si discosta da quella immagine che da sempre si dipinge di lui di uomo attaccato al passato, ma piuttosto sottolinea come ad essere obiettivo di tutto il suo percorso, creativo e non, sia il presente. Non persegue il sogno antico di essere ricordato per sempre ma piuttosto di sconvolgere l’adesso, attraverso un animo fatto di contaminazioni ed estrema libertà.
5 Curiosità su Alessandro Michele che non conoscevate:
Ci si aspetta che ogni designer scelga di fare questo mestiere per una passione incondizionata per il mondo della moda, ma non è il caso di Alessandro Michele. A lui l’abbigliamento piaceva sì, ma le sue vere passioni erano la musica, l’arte, la strada e soprattutto la gente. Quando ha iniziato effettivamente a “fare moda” nella fabbrica bolognese di Les Copains, lui ha mescolato insieme tutto ciò che lo appassionava, pensando alle persone e a quello che le rappresentasse
Quando Marco Bizzarri, CEO di Gucci, ha chiamato il designer Alessandro Michele nel suo ufficio per un caffè, Michele stava per rassegnare le sue dimissioni. Ebbene sì, Alessandro Michele lavorava già per Gucci da parecchi anni e aveva deciso che era giunto il momento di cambiare vita. Sarebbe tornato a Londra per fare il costumista per il teatro e il cinema, fino a che, forse l’atto di fiducia più bello e romantico del fashion system lo ha travolto. Dopo una lunga chiacchierata sulle sue passioni, ispirazioni ed interessi, Bizzarri ha chiesto a Michele di assumere la direzione creativa della maison, senza linee guida o obiettivi da perseguire se non quello di mettere tutto se stesso, le emozioni che sentiva nella pancia, al servizio di un brand che aveva la necessità di cambiare.
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Alessandro Michele ha un’ossessione per il collezionismo, si definisce un ospite delle sue cose. Da buon amante della storia e dell’arte neoclassica, colleziona porcellane, ritratti inglesi Tudor dell’era Shakespeariana, ritratti di bambini, animali, colleziona miniature su avorio e rame ma volete sapere la sua collezione più folta qual è? Una collezione di carlini di porcellana da tutto il mondo!
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Ha conosciuto Harry Styles, diventato oggi uno dei volti della maison, perché il cantante iniziò a vestirsi costantemente Gucci, dal primo show di Michele del 2015. Alessandro confessa che all’epoca non sapeva chi fossero i One Direction, aveva solo sentito parlare delle loro accanite fans, le “directioners”e la trovava una cosa molto simpatica. Ma Harry lo avevo colpito e così decisero di incontrarsi a Londra e da allora sono diventati cari amici, al punto di trascorrere insieme quasi ogni vacanza estiva. Michele dice di aver riscoperto il suo spirito adolescente con Harry, che definisce un ragazzo estremamente intelligente e soprattutto trasparente in ogni cosa che fa, c’è infatti l’indole più pura di Harry dietro le sue decisioni artistiche e di stile, e non un designer come ci si potrebbe aspettare.
Alessandro Michele, come i più attenti avranno percepito dalle sue collezioni, è un amante del sacro e del barocco. Ha una passione per le chiese concepite come teatro e palcoscenico dell’arte nella sua più grande bellezza. A Roma, racconta, c’è una chiesa in ogni angolo e nelle sue quotidiane passeggiate con il compagno entra sempre in una chiesa per ammirarne le opere.
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