Calze di pizzo, fili di perle e baguette. Di tutto quello che potevo aspettarmi di trovare dentro Cinecittà, tempio del cinema romano dove hanno girato colossal storici come Ben Hur e Cleopatra, le strade di Parigi erano proprio l’ultima delle possibilità che mi giravano in testa. Eppure avrei dovuto sospettarlo dall’hashtag ufficiale: #ParisinRome. Un chiaro indizio del fatto che la collezione Métiers d’Art di Chanel questa volta non sarebbe stata ispirata al luogo in cui si sarebbe tenuta la sfilata, come era sempre successo in passato, ma sarebbe stata la città scelta, Roma per l’appunto, a diventare un teatro dove Karl Lagerfeld avrebbe messo in scena Parigi. D’altro canto: vi sembra che Mademoiselle fosse il tipo da farsi influenzare dai luoghi in cui viveva per prenderne abiti e abitudini? Sì perché a quanto pare, nella sua vita straordinaria e intensissima, Gabrielle Chanel ha trascorso un periodo anche a Roma: in via Giulia per la precisione, una delle strade più belle del centro storico, dove la stilista avrebbe vissuto una sua versione personale della Dolce Vita frequentando registi e scrittori e vestendo le le attrici protagoniste dei film di Antonioni e di Visconti con le sue giacche in tweed e i suoi little black dresses. Sono proprio loro le muse ispiratrici della collezione andata in scena al teatro N°5 (il preferito di Fellini), trasformato da Lagerfeld in una Parigi d’altri tempi in bianco e nero, romantico omaggio a una città ferita ma che si rialza orgogliosamente in piedi. In completo 3 pezzi (casacca, gonna e leggings, tutti e 3 in maglia) ma anche in abiti sottoveste che svelano un lato inaspettatamente sexy della maison, tra anfibi da adolescente e sabot bicolori con tacco alto decorato da un serpente e una perla, le parigine di Chanel sono le uniche donne capaci di fare delle Vacanze Romane senza rimanere incantate dal fascino della Vespa, ma stregando gli italiani con la loro attitudine sfrontatamente chic.
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A french girl in Rome, come recita uno degli strilli dello specialissimo quotidiano, The Roman Express, inventato e fatto stampare da Lagerfeld appositamente per questa serata, e che ne racconta l’ispirazione attraverso foto storiche di Mademoiselle a spasso per la città miste alle immagini delle modelle che indossano la collezione, scattate come sempre da Karl. Un giornale da conservare anche solo come souvenir del momento magico in cui abbiamo varcato le porte del Teatro N°5 e abbiamo trovato ad aspettarci i piccoli Hudson e Jameson Kroenig (i figliocci di Lagerfeld) vestiti da strilloni (avete presente i ragazzi che nei primi del Novecento vendevano i giornali per strada?) che ce li hanno consegnati con un sorriso furbo prima di correre a nascondersi tra le strade di una Parigi in bianco e nero che sembrava uscita da un film muto. Ma che si sarebbe animata di luci e suoni lasciandoci tutti a bocca aperta mentre le prime modelle iniziavano a uscire, e poi di persone, di profumi e voci quando alla fine della sfilata i negozi di fiori hanno aperto le porte e a comporre bouquet da regalare alle signore, le boulangerie hanno iniziato a sfornare pane caldo e le brasserie hanno apparecchiato i tavoli per i presenti che increduli si sono accomodati a gustare specialità francesi e italiane. Champagne e pizza, esiste forse un abbinamento più chic?