Appuntamento imperdibile per fashionisti e non all’Armani/Silos per scoprire la collezione permanente di Giorgio Armani e la mostra temporanea di Guy Bourdin. Condividiamo con voi un tour delle sale, che potrete utilizzare per la vostra prossima visita.
Armani/Silos, vista dal primo piano
Iniziamo dal contenitore: prima di essere convertito in uno spazio espositivo, l’edificio era un deposito per il grano, da cui il nome Silos. Giorgio Armani decise di prenderlo e riproporlo come regalo alla città di Milano, riutilizzando una struttura che conteneva cibo per comunicare un messaggio importante: il cibo, tanto quanto gli abiti, è necessario all’individuo per vivere.
Le pareti greige sono il primo simbolo del marchio, il colore iconico dello stilista.
L’Armani/Silos è distribuito su quattro piani. Al piano terra è esposta la mostra temporanea, nei piani superiori invece la collezione permanente che raccoglie capi di archivio delle collezioni Giorgio Armani prêt-à-porter.
Alcuni abiti dell’archivio prêt-à-porter
La collezione è suddivisa per temi, dal capo iconico di Armani, ovvero il tailleur e il blazer, a outfit monocromatici come il blu e il rosso fino ad abiti d’ispirazioni più lontane come l’arte e la cultura giapponese.
Un dettaglio a cui prestare attenzione sono i manichini: per Giorgio Armani era importante che gli abiti fossero protagonisti, pertanto vedrete che le strutture che li sorreggono sono tagliate su misura di ciascun abito, esaltandone la silhouette. Noterete infatti che sono stati progettati uno per uno, al punto che gli abiti sembrano reggersi in piedi da soli.
Alcuni dei più iconici? Quello di Michelle Pfeiffer indossato per la campagna di Giorgio Armani nel 2005 scattato da Mario Testino.
L’abito-blazer in velluto della collezione 1997 indossato da Sharon Stone per gli Oscar
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Mancava in questa occasione, ma è parte della mostra, anche uno dei completi indossato da Richard Gere per il film American Gigolò, un film che rappresenta la perfetta sinergia tra moda e cinema. Giorgio Armani infatti è un grande appassionato di cinema e ha realizzato costumi per più di 250 film tra cui The Wolf of Wall Street, Io ballo da sola, Quei bravi ragazzi e Gli Intoccabili.
All’ultimo piano del Silos è presente anche un archivio digitale con schermi interattivi per scoprire l’ispirazione ma anche quali celebrities hanno indossato gli abiti Giorgio Armani.
MOSTRA GUY BOURDIN
Lo stile del leggendario fotografo di moda Guy Bourdin non viene associato a Giorgio Armani eppure entrambi hanno saputo rivoluzionare la moda.
La fotografia di Bourdin è infatti riconoscibile per alcuni elementi caratteristici: i colori, la saturazione, il forte senso della composizione e l’influenza surrealista.
Andiamo ad approfondire questi elementi insieme.
I colori: scatti come quelli di questa galleria che vi proponiamo in cui l’abito e i tacchi rossi risaltano su uno sfondo bianco, i contrasti come lo sfondo verde e il body rosso acceso. Guy Bourdin fu un pittore mancato e per lui i colori erano fondamentali per trasmettere dei messaggi: l’irrequietezza, l’eleganza, il desiderio di provocare rompendo gli schemi.
La saturazione: l’uso del flash in questa selezione che contiene alcune delle sue opere più famose. Il suo stile è così riconoscibile che Jean-Baptiste Mondino si ispirò a lui per realizzare il video musicale dalla hit Hollywood di Madonna.
Il senso della composizione che ha reso senza tempo alcune delle sue fotografie, come il volto coperto da numerose mani, uno scatto del 1970 per Vogue Francia e l’occhio che risalta nel foro della proiezione di una sagoma del 1972.
L’influenza surrealista attraverso l’uso dei manichini, spesso utilizzati per le campagne pubblicitarie di Charles Jourdan.
È possibile visitare la mostra fino al 19 Novembre compreso.
di Maria Sheila Miani