L’apocalisse, metafora delle condizioni del nostro pianeta, sembra essere stata l’ispirazione non solo per Balenciaga ma anche per molti altri brand che hanno sfilato a questa Paris Fashion Week. Scenari cupi, il nero protagonista e abiti che nascondono forme e caratteri, come se la moda avesse come oggetti dei mutanti. Proprio questo è stato l’aspetto che si è voluto dare ai modelli e modelle che hanno dato vita ai capi del prossimo Autunno/Inverno: occhi neri, silhouette ossute e sguardo nel vuoto. Il messaggio è stato quello di dare vita tramite i capi alla situazione ambientale che ci circonda, al grigiore a cui si andrà in contro continuando a non rispettare i bisogni del nostro pianeta.
BALENCIAGA
Demna Gvasalia ha fatto sfilare una protesta per l’Autunno/Inverno 2020 di Balenciaga. Ha portato in passerella, infatti, l’enorme minaccia del cambiamento climatico con una sfilata sott’acqua unica nel suo genere. La designer ha letteralmente allagato lo studio cinematografico di Saint-Denis come riferimento all’innalzamento del livello degli oceani. Nessun front-row quindi, dato che le sedie erano sott’acqua, gli ospiti seduti dalla terza fila in su hanno dovuto evitare gli schizzi di modelli e modelli, sui quali in passerella aleggiava un led con immagini a dir poco preoccupanti ed estreme. Il nero, grande protagonista dei capi, spodestato solo da alcuni accenni di bordeaux e verde. I preferiti? Cappotti over, tute sporty-glam e divise da calcio.
HAIDER ACKERMANN
Questa volta è stato il mondo alieno a incupire la passerella Autunno/Inverno di Haider Ackermann. Anche lui, come Balenciaga, ha scelto un’atmosfera cupa fatta di uomini simili a mutanti che indossavano le novità della prossima stagione. Occhi completamente neri o rossi, bun extra large sulle teste e abbigliamento over monocolore. Tra le nuance preferite il nero, ovviamente, il grigio e il bianco su cappotti dal taglio maschile, ma anche stivali texani e maglioni a trecce.
SAINT LAURENT
Una lunga fila di capi dal taglio sartoriale su una passerella nera incurvata, modelli androgini e un’aurea inconfondibilmente attuale. Queste sono state le keyword della sfilata di Saint Laurent by Anthony Vaccarello, che ha unito sartoria e look total leather in un connubio che sembra aver scavato affondo nell’archivio della maison. A confermarlo una incantevole citazione della Collection du Scandale del 1971, quella che Yves Saint Laurent aveva concepito dopo lo scandalo provocato all’epoca dallo stile di Paloma Picasso, troppo simile alla moda durante l’occupazione nazista. A tradurre questo mood abiti e pantaloni in vinile, abbinati a pellicce colorate e giacche sartoriali tartan; proponendo le più ampie alternative di un everyday look perfetto.