La collezione Haute Couture Autunno Inverno 2020 di Viktor & Rolf sembra seguire il flusso migratorio della moda che sta facendo orientare i brand verso una produzione eco-sostenibile. Una scelta che i due stilisti decidono di portare avanti sia a livello tematico che nella scelta dei materiali.
Si parte dal tema: sugli abiti sempre extra che caratterizzano lo stile Viktor & Rolf si vedono ricamati sole, luna e stelle, un chiaro richiamo al paganesimo e allo stretto legame che questa religione ancestrale aveva con la natura, articolando la vita e le attività umane sulla base dei fenomeni naturali.
Un rispetto profondo, e anche una sorta di innata paura, ha caratterizzato la relazione dell’uomo con l’ambiente nell’era pagana, e gli abiti di Viktor & Rolf riprendono i colori scuri e la simbologia astronomica dell’abbigliamento druidico.
Per quanto riguarda il fronte ‘pratico’ di scelta dei materiali e realizzazione degli abiti, la questione diventa più complessa. Per questa collezione Haute Couture Autunno Inverno 2020, i due designer olandesi hanno collaborato con Claudy Jongstra, artista e designer anch’essa olandese, da sempre molto attenta al tema della sostenibilità, tanto da farla diventare una missione di ricerca quasi scientifica.
Con l’aiuto dell’artista, Viktor & Rolf hanno realizzato cappotti in feltro fatti di lana di pecore Drenthe Heath, razza autoctona e molto rara, dalla silhouette ampia e molto strutturata, e abiti tinti con un pigmento particolare e naturale, il nero bordeaux, che Claudy Jongstra ha studiato per oltre un anno analizzando antiche formule del XV secolo.
Il processo di produzione viene controllato, per essere meno invasivo e nocivo possibile, e questa coscienza ecologica si unisce al rinnovato talento creativo dei designer, che dimostrano ancora una volta di saper unire messaggi forti e dal risvolto sociale alla bellezza e all’estetica pura e semplice dell’alta moda, rendendo le loro collezioni una vera e propria analisi dell’era moderna.