La seconda stagione di And Just Like That ha finalmente debuttato su Sky e NOW, dopo mesi di anticipazioni, grandi ritorni annunciati e foto rubate dal set, Carrie, Miranda e Charlotte sono tornate. Un’operazione che accontenta tutti, soprattutto i nostalgici della magia creata da Sex & The City – la serie originale di cui AJLT è di fatto il sequel. Un franchise (che comprende un prequel e anche due film spin-off) praticamente unico nel suo genere che continua a essere al centro della conversazione.
Era il 1998 e Sex & The City (tutte le 6 stagioni sono disponibili su Sky e NOW) avrebbe cambiato il modo di rappresentare il “girl talk” in tv, dando al mondo 4 nuovi archetipi in cui le 30something potevano ritrovarsi. Una rivoluzione cominciata anche attraverso ciò che le protagoniste indossavano, sapientemente seguite dalla costume designer e visionaria Patricia Field, assistita da Molly Rogers, allora appena ventenne.
Oggi Molly Rogers è affiancata da Danny Santiago, sono a capo del costume department di And Just Like That e hanno curato lo styling anche dei due film spin-off della serie originale. Li abbiamo incontrati a Londra, per una chiacchierata proprio sulla magia degli abiti e delle creazioni, indossate da Sarah Jessica Parker e le altre. Perché sì, tra quegli inguaribili nostalgici ci siamo anche noi.
A farli incontrare a cavallo tra la fine degli anni 80 e l’inizio dei 90 è stata proprio “Pat” Field – come la chiamano loro – e non c’è aneddoto dal passato che non la includa, è evidente che per entrambi oltre a essere stata un riferimento è prima di tutto un’amica.
Immagino che oggi i vestiti e gli accessori vi arrivino da tutto il mondo, ma è sempre stato così? Come è cambiato il sistema?
Molly Rogers: Nello show originale era tutta un’altra storia. Per le prime due stagioni e metà della terza è stato difficile, non tutti seguivano la serie, non tutti sapevano chi fossimo per cui non prestavano i vestiti con facilità. Poi da metà della terza stagione qualcosa è cambiato. Come una palla di neve che si trasforma in una valanga, erano davvero altri anni, i dinosauri comandavano la terra (ride, ndr). C’erano gli showroom in cui andavi e chiedevi in prestito i vestiti come da Christian Lacroix per quel completo rosa neon di Samantha, te lo ricordi Danny? Poi è partita una situazione graduale di passaparola a New York si iniziava a dire ‘in quello show sta succedendo qualcosa’ – eravamo come un fashion magazine, lentamente abbiamo acquistato credibilità. Oggi è un mondo diverso, grazie a Instagram puoi entrare in contatto con un designer di Nairobi e avere le sue creazioni. Puoi raggiungere davvero tutti e con facilità.
Da dove arrivano le votre ispirazioni, come nascono i look per Carrie, Miranda, Charlotte e Samantha?
Molly Rogers: I club, tutto nasceva dai club – specialmente nelle serate gay- era lì che prendevamo tutte le nostre ispirazioni. I gay danno via a ogni tendenza in modo brillante e feroce. Sono convinta che Samantha non avrebbe indossato i tacchi alti a letto nella stagione 1 se non avessimo conosciuto persone che vengono proprio da quel mondo. Era tutto fierce e per noi erano stimoli continui. Oggi anche la strada è ispirazione, ovunque ti giri ci sono look e stili diversi da cui attingere. Ma Danny va ancora per serate gay quindi lui è ancora ispirato in quel senso (ride). Le strade per me oggi sono i club di allora.
Danny Santiago: Certo, settimana scorsa ero a un party di Lady Fag e ancora nei gay club vedi nascere certe cose in anticipo. Ma l’ispirazione può essere ovunque e Instagram è una fonte inesauribile di ispirazione, ancora, puoi davvero fare il giro del mondo. Ci contattano per far parte dello show, ora il processo è anche inverso.
Sex & The City ha cambiato la società e ispirato tantissimi fashion magazine. Oggi And Just Like That ha cambiato le regole del gioco nuovamente, le foto paparazzate che arrivano dalle scene girate in esterno non solo ci anticipano cosa accadrà, ma ci mostrano cosa indosseranno le protagoniste. C’è una strategia?
Molly Rogers: No, noi siamo in una bolla, nella fitting room e non sappiamo davvero cosa può succedere.
Danny Santiago: Ci accorgiamo dopo che Carrie è stata fotografata e quel look diventa già un nuovo trend, qualcosa che genera curiosità anche se la serie la vedrai 5 mesi dopo. Noi vogliamo tenerle nascoste, almeno ci proviamo però la verità è che se vedi una borsa nelle scene esterne diventa qualcosa che tutti vogliono.
Parliamo dell’iconica borsa a forma di piccione di JW Anderson, l’avete scelta perché vi piaceva semplicemente o c’era una strategia dietro: sapevate che sarebbe diventata virale?
Molly Rogers: Un po’ di tutti e due, quando l’ho vista ho pensato questa è così Sex and the City. Volevo qualcosa che rappresentasse la città di NY per Carrie perché abbiamo sempre rappresentato Parigi – vedi la borsa Torre Eiffel. Abbiamo cercato per anni una borsa a forma di mela e quando ho visto quel piccione ho pensato ‘Hey, questo è meglio di un topo’. E magari per la prossima stagione potremmo fare qualcosa dedicato a Londra e sai che c’è ci piacerebbe fare qualcosa dedicato all’Italia.
Ci sono Easter Eggs modaioli un po’ in tutta la serie, come il puntaspilli al polso di Carrie quando esce con l’abito di Vivienne Westwood per andare al MET. Per esempio, nel terzo episodio riappare la borsa a forma di cupcake di Lily… è un presagio?
Molly Rogers: Davvero? Sono arrabbiata per essermene dimenticata. Non la metteremo più nella serie perchè diciamocelo, quella borsetta ha fatto arrabbiare così tante persone, era una borsa maledetta (ride, ndr).
Danny Santiago: Sì Molly, è appesa nell’armadio, si vede!
E ci sarà qualche Easter Egg nella scena con Aidan?
Molly Rogers: Non proprio Easter Egg, ma ti possiamo anticipare che abbiamo messo alcuni fiori nel vestito che Carrie indossa in quella date night, si vedono nella parte dietro, è una scena molto importante e davvero romantica. Tuttavia c’è un piccolo fiore che salta fuori ed è abbastanza avvizzito, anzi diciamo che non dovrebbe proprio vedersi. Diciamo che più che un Easter Egg è un errore divertente. Fateci caso.
Allora adesso non posso che chiedervi i vostri momenti fashion preferiti di And Just Like That…
Danny Santiago: Sicuramente Carrie con indosso l’abito Valentino mentre è sul ponte a Parigi e poi ancora Valentino ma questa volta indossato da Lisa, quando attraversa con il cappello di Philip Treacy.
Molly Rogers: Io ti dico quell’abito anni 50 con delle paillettes blu, stagione 1, indossato da Carrie con sopra una felpa vintage con scritto I love Central Park e sotto porta dei tacchi alti. C’è quella scena in cui lei si affaccia alla finestra ed è così Carrie. Oppure quando è nell’armadio dopo l’intervento, è un momento speciale ripreso in maniera magica, sembra che si stia preparando per andare a mettersi nei guai.
Danny Santiago: è in Missoni, ha quel cardigan lungo, stupendo.
Molly Rogers: E poi ti dico il look del funerale.
Danny Santiago: Certo, è un vestito del mio archivio personale!
Molly Rogers: C’è un aneddoto simpatico, avevamo preparato un pannello di fiori stupendi che sbucava dalla parte frontale del vestito, come un omaggio da parte di Carrie attraverso il suo abito. Ma PK (Michael Patrick King, ndr) quando lo vede ci dice ‘Ma voi non lo leggete lo script?’ E gli avrei voluto rispondere la verità, cioè no! Scherzo!! Comunque, nello script c’era scritto che gli unici fiori presenti al funerale dovevano essere quelli mandati da Samantha. E così abbiamo dovuto eliminare quel pannello di fiori, ma almeno abbiamo delle bellissime foto.
Danny Santiago: Nella nuova stagione ti dico anche la maxi felpa del New York Times indossata da Carrie all’inizio del primo episodio, è diventata virale subito.
Molly Rogers: Assolutamente sì, ma vi avverto, ne arriverà una più bella, credimi, la amerete. Non posso dire di più ma lo capirete subito e la vorranno tutti. E indovina perché… è così favolosamente gay!
di Manuel Campagna