La notte del 20 giugno 2019 sarà ricordata negli annali come l’ultima volta in cui il volto di Karl Lagerfeld è apparso sotto le cupole di acciaio e vetro del Grand Palais di Parigi.
Lo stesso luogo che Kaiser Karl aveva prescelto come location delle collezioni Chanel per via del suo spirito trasformista, quello spazio che è stato una base aerospaziale, un porto francese con nave attraccata, un fiorente giardino di rose.
Un po’ come fu il grande designer tedesco, mente eclettica che ha incarnato la versatilità e la continua evoluzione della moda, spaziando fra tessuti, texture, colori e forme.
Karl For Ever è il tributo che le maison Chanel, Fendi e Karl Lagerfeld hanno reso al direttore creativo che le ha guidate negli ultimi anni: una serie di performance live e di memoires, dirette dal regista Robert Carsen, davanti a un pubblico di 2.500 ospiti, tra cui Valentino Garavani, Stella McCartney e Anna Wintour.
La musica di Chopin al piano, violinisti e tangueros, si alternano alle parole di Virginia Woolf, Colette, Stéphane Mallarmé lette da Tilda Swinton, Fanny Ardant e Cara Delevingne. Il grande spettacolo resta però quella parola dal grande potere: For Ever.
Sì, perché Karl Lagerfeld, come tutti i veri artisti, è al di là del tempo e dello spazio, e ha avuto la capacità di creare abiti che fra cento e mille anni le donne smanieranno per indossare.
Non passerà mai l’anima urban e glam-rock della Boy, il mix di pantaloncini in tweed dai colori pastello con stivali in PVC trasparente, il total-black, la logomania.
Tutto questo, come Karl Lagerfeld, è per sempre.