Carattere esplosivo, animo cosmopolita e un’inclinazione naturale verso tutto ciò che è bello, vintage e fuori dagli schemi. Conosciamo meglio il designer, contributor ed esperto di moda: Alessandro Enriquez
TBS: Alessandro, la tua carriera è fatta di forti connessioni tra arte, moda, scrittura e cibo, che è anche al centro del tuo primo libro “10×10 – An Italian Theory” in cui intervisti 10 grandi personaggi scavando nei loro animi a partire dal cibo e dai ricordi che esso emana. Qual è secondo te il collegamento tra l’orizzonte creativo di un artista e i colori e sapori a cui è legato?
Enriquez: Siamo fatti di quello che mangiamo, quindi io credo che la tavola e la cucina siano abbastanza connesse con il percorso creativo di un’artista. Io in primo luogo sono un’amante del cibo al punto che in molte collezioni ho inserito riferimenti al mondo della cucina, specialmente quella vicina alle mie origini, con capsule dedicate in cui i pattern ritraevano fusilli e farfalle.
TBS: Il tuo animo ha una forte componente multiculturale data dalle tue radici, si può ritrovare questo nel tuo brand di abbigliamento Alessandro Enriquez?
Enriquez: Penso proprio di sì, io sono siciliano poiché nato e cresciuto a Palermo, ma mio padre è di origine in parte franco-tunisina in parte spagnola, come comprensibile dal mio cognome. Questo mi ha portato sempre a ricercare le mie origini attraverso viaggi compiuti in Tunisia, Francia e Spagna, traducendo quasi inconsciamente questo mio aspetto in ogni collezione. L’heritage di un designer diventa quasi sempre una componente imprescindibile durante lo studio dei vari progetti.
TBS: In generale hai una personalità prevalentemente poliedrica vista anche la tua attività di comunicatore di moda. Ad esempio, che cos’è Cup Studio? (n.d.r: studio di comunicazione e pr fondato dell’artista)
Enriquez: Faccio tanti lavori: ho iniziato con un’attività in ufficio stile presso Costume National e ci sono rimasto 8 anni, alla fine dei quali mi sono dedicato alla stesura del libro. Subito dopo ho iniziato a collaborare con diverse testate tra cui Vogue, Elle e Marie Claire fino a che è nata in me la necessità di ampliare quelli che sono i miei orizzonti lavorativi creando Cup Studio con la mia socia Veronica. Con Cup Studio diamo vita a moltissimi progetti di comunicazione e, per quanto mi riguarda, consulenza di moda.
TBS: Nella tua prossima collezione Autunno Inverno 2019/20 ho visto moltissimi velluti, twill stampati e tie- dye. Quali sono state le tue fonti d’ispirazione? Ma soprattutto… devi assolutamente spiegarmi il significato del nome che gli hai dato “sexissima”!
Enriquez: Questo nome è piaciuto proprio a tutti! (n.d.r: ride) Io avevo fatto anni fa una collezione ispirata all’amore, dal primo bacio al tradimento. Tutto ciò era raccontato quasi come fosse un cartoon con diverse vignette in cui i cuori erano al centro di tutto. Questa volta ho voluto raccontare l’amore in una versione diversa, non romantica ma sexy con delle illustrazioni che riprendono gli adv degli anni ’50 ma sempre rivisitati in versione cartoon. I soggetti dei pattern sono ispirati agli spettacoli dei varietà Parigini, come quelli del celebre Lidò con le sue silhouette dalle gambe lunghissime, ma anche a tutti gli ex voto, ormai icone del mio brand, trasformati in questa occasione in “sex voto”.
TBS: Ultima domanda, “Il bello esiste e sto provando a farlo” è il tuo mantra, come ti vedi tra 10 anni? Qual è un sogno che vorresti realizzare?
Enriquez: Penso di portare avanti ogni mio progetto, augurandomi che tutto ciò che ho fatto fin’ora continui a crescere. Insieme a tutto ciò, ovviamente, c’è la volontà di far nascere qualcosa di nuovo perché a fare sempre una sola cosa mi annoio, reinventandomi ma senza mai far morire quello che fino ad oggi è stato creato, dalla scrittura a Cup Studio.