Lifestyle , TBS Crew - July 26, 2016

Thirtyx30: diario di un viaggio su 2 e 4 ruote

Thirtyx30_TBS_add_015Thirtyx30. Cioè festeggiare i miei 30 anni per un mese intero, non sempre facendo cose straordinarie ma cercando ogni giorno un modo, un attimo, per celebrare questo compleanno speciale. Come? La prima parte a Milano insieme agli amici e alla famiglia, gli ultimi 15 giorni invece on the road, per un viaggio a tappe da condividere con alcune delle persone che mi sono più care. Edoardo, mio fratello, e Leonardo, il fotografo, mi avrebbero accompagnato per tutto il tempo, mentre in alcuni tratti si sarebbero uniti anche amici e “ospiti speciali” con cui avrei condiviso chilometri e risate (e anche tanta pioggia, come avrei scoperto in seguito). Il primo dei quali non poteva che essere mio padre, che mi ha trasmesso la passione delle moto fin da piccolo. Insieme a lui e a Federico, il mio fratellino più piccolo, siamo partiti il 16 giugno da Firenze in direzione Bologna, che abbiamo raggiunto passando attraverso le montagne e sfrecciando tra le curve del passo della Futa. Due ore di strada, bellissima, un assaggio della sensazione di libertà e avventura che avremmo assaporato anche nei giorni successivi. Da lì, in macchina verso Torino dove c’è stato il primo cambio della guardia: salutiamo mio padre e mio fratello e diamo il benvenuto ad Andrea Schiavina e Mariano Di Vaio, con cui il giorno dopo partiamo per la Francia.

Bourges e la 24 ore di Le Mans. Partenza alle 8 direzione Bourges, che abbiamo raggiunto attraversando il passo del Moncenisio, uno dei posti più belli che abbia mai attraversato in moto, con un lago azzurrissimo in cima a una montagna. Appena entrati in Francia ci siamo fermati in una baita a mangiare e a vedere la partita dell’Italia agli Europei e….abbiamo completamente perso la cognizione del tempo, facendo un casino incredibile. Andrea Schiavina infatti avrebbe dovuto prendere una aereo da Lione per rientrare in Italia (e invece l’abbiamo lasciato alla stazione più vicina dove si è arrangiato con un treno) mentre Andrea Busnelli sarebbe atterrato nello stesso aeroporto dandogli il cambio. Peccato che noi fossimo in ritardo di 3 ore sulla tabella di marcia! Quando l’abbiamo recuperato era arrabbiatissimo: l’abbiamo convinto a perdonarci a forza di cibo spazzatura e battute sceme sparate a raffica durante il viaggio fino a Bourges. E grazie soprattutto all’intervento di Mariano, che ci ha fatto una sorpresa procurandoci i pass VIP per la 24 ore di Le Mans, dove avevamo già programmato di andare il giorno dopo ma senza immaginare che avremmo vissuto esperienze da insider. Questa gara, che è una delle competizioni di motori più famose al mondo anche perché l’hanno fatta personaggi come Paul Newman e Steve McQueen, dura esattamente 24 ore, durante le quali i piloti si danno il cambio per non fermare mai la corsa, nemmeno di notte. Sì, avete capito bene: non ci si stoppa mai nemmeno a notte fonda ed è un’esperienza incredibile vedere queste macchine sfrecciare a tutta velocità mentre attorno è tutto buio… un’emozione che abbiamo avuto la fortuna di vivere in prima persona perché ci hanno accompagnato a vedere la gara da vicino, portandoci su una curva alle 2 di notte! I pass VIP infatti ci hanno aperto le porte dei luoghi più intimi della manifestazione, che abbiamo seguito interamente dalle 15 del sabato alle 15 della domenica. Dentro ai box abbiamo scoperto storie di pura passione che ci hanno colpito nel profondo: come quella di un pilota che ha perso braccia e gambe in un incidente ma che continua a guidare usando delle protesi. In 24 ore non ha mai mollato un secondo e ci ha trasmesso una forza incredibile.

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Da Parigi a Portsmouth. Finita la gara salutiamo Mariano e partiamo per Parigi, dove ci aspettava Nasia, venuta a trovarci per il weekend. Insieme a lei e Andrea andiamo a casa di Dimitri Coste, fotografo francese bravissimo e campione di Flat Track, con cui avremmo dovuto fare un giro in moto nella campagna attorno a Parigi poi annullato per colpa della pioggia battente che non ci ha concesso tregua per tutto il giorno…diciamo che il meteo non è stato dei più clementi con noi in questo viaggio! Finito il weekend parigino è il momento di ripartire verso l’Inghilterra: salutiamo Andrea Busnelli e Nasia e andiamo a Caen per prendere il traghetto notturno per Portsmouth.

Brooksland e l’Isola di Wight.  Arrivati sul suolo inglese per prima cosa facciamo una colazione da campioni a base di fagioli, bacon e uova strapazzate e poi deviamo verso Brooksland per andare a visitare il museo di auto e moto d’epoca che ci aveva consigliato Dimitri, e dove ci ha raggiunto Giorgio Merlino. Insieme a lui, il giorno dopo ci siamo imbarcati per l’Isola di Wight, un’isola dai panorami incredibili che abbiamo girato tutta in moto in due ore, fermandoci a mangiare fish & chips e bevendo litri di birra. Questa, forse, è stata la tappa naturalisticamente più affascinante di tutto il viaggio, anche grazie al sole che ci ha regalato una pausa dalla pioggia incessante che ci ha accompagnato per tutto il viaggio (pensate che ne abbiamo presa talmente tanto che mi si è arrugginito il freno disco davanti).

Goodwood e la Sussex Heritage Coast. Ancora un cambio della guardia: Giorgio ci saluta e arriva Steve Mox, con cui andiamo a vedere la tenuta di Lord March, un nobile inglese appassionato di motori che nel 1993 si è messo in testa di riportare in vita lo storico circuito di Goodwood e si è inventato un festival di 4 giorni che è diventato uno dei più importanti al mondo. La particolarità del posto è che corrono macchine di tutte le epoche e che gli spettatori sono vicinissimi alle piste, tanto è vero che ci siamo riempiti di fango dalla testa ai piedi e così conciati siamo andati a vedere la fabbrica della Rolls Royce, su consiglio di un ragazzo portoghese che ci lavora e che ci ha invitati tramite Instagram. Il giorno dopo invece Steve è partito e noi siamo andati a vedere la Sussex Heritage Coast, una serie di scogliere di gesso che affacciano sulla manica.

Londra e il ritorno in Italia. Il viaggio volge al termine. Facciamo una deviazione per vedere la fabbrica di Triumph e visitare il circuito di Brands Hatch, dove nonostante la pioggia impietosa ho deciso di scendere in pista con la Triumph Thruxton con cui ho fatto il viaggio, che volevo provare in pista anche se non è propriamente nata per questo uso. Alla fine della giornata arriva l’ultimo special guest del viaggio: Marc Richardson, il batterista degli Skunk Anansie, con cui mi sono (letteralmente) perso per le campagne inglesi una moto a fianco all’altra, che mi ha raccontato della sua passione per i motori e per la musica, di come ha iniziato con gli Skunk Anansie e di cosa significa essere una rockstar oggi. Dopo 4 ore di viaggio siamo finalmente arrivati a Londra dove abbiamo fatto tappa al Bike Shed di Shoreditch e dove ci stava aspettando il mio fratellino Federico, che aveva compiuto 18 anni il giorno prima ed è venuto a festeggiare con noi. Due giorni in giro per Londra ed è arrivato il momento di ripartire: in un giorno ci siamo fatti 1300 chilometri attraversando tutta l’Europa, il primo tratto sotto il canale della Manica con il treno e poi in macchina, moto al seguito, per Francia, Belgio, Germania, fino ad arrivare alle 11 di sera al traforo del San Bernardo che abbiamo trovato chiuso e che quindi abbiamo dovuto scavalcare a notte fonda in compagnia di cerbiatti, ricci e volpi. Siamo arrivati a Milano alle quattro di mattina dell’1 luglio, sfiniti e felici di questo viaggio incredibile che ci ha visto in strada per 5500 chilometri. Adesso devo solo inventarmi un’altra “scusa” per ripartire!

Per scoprire più foto del mio viaggio attraverso gli occhi di Fay, clicca qui.

Tutte le foto sono di Leonardo Iannelli

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